La fotografia e' morta??

Ho deciso di scrivere questo articolo, prendendo spunto da una considerazione di un utente di facebook e gestore dell'interessantissima Pagina Fotografia - Il nuovo Cassetto (che consigliamo caldamente di visitare!!) che aveva attirato non poco la mia attenzione affermando di essere passato, nell'arco degli anni, da "Leica M6 e  Leica R7" ad un iPhone 4s.
Incuriosito da tale scelta, direi piuttosto inconsueta, ne chiesi il motivo e questa fu la risposta:
"La realtà è che io sono un fotografo (... si fa per dire, eh?) di impostazione molto classica, amo la fotografia storica e da tempo penso che la fotografia sia "finita" da quando ha preso il sopravvento il digitale. Amavo la pellicola e ad essa dedicavo ogni cura. Col digitale ritengo non valga la pena e un iPhone, peraltro, mi consente di fare in maniera eccellente tutto ciò che desidero fare, con una fotocamera sempre in tasca e senza troppe fissazioni ".

Voglio, per prima cosa ringraziare questo utente per lo spunto di discussione che mi ha servito e poi invitarlo a partecipare in questa pagina assieme a tutti coloro che fossero interessati all'argomento.

Io vi dico la mia.
Spesso paragono "la vita" della fotografia a quella della musica (altra mia passione). Tutti e due sono dei modi di comunicare che potremmo considerare "universali"; la fotografia, forse, lo è ancora di più perchè basa tutto il suo valore emotivo sulla vista, senza bisogno di comprendere un particolare idioma. Il fatto, poi, che facciano radicalmente parte della vita di tutti i giorni di ogni essere umano le rende più "facilmente fruibili" da chiunque.
Ma far ascoltare "Il mondo" di Jimmy Fontana ad un salentino o ad un norvegese non è la stessa cosa; chi sarà in grado di capire la lingua avrà maggiori "input", senza ombra di dubbio.
In fotografia invece, che l'osservatore viva nell'emisfero australe o a Paperopoli non ha particolare importanza. Il messaggio arriva immediatamente e senza bisogno di traduzioni di alcun genere.

Faccio questo paragone perchè ravvedo nelle due forme di arte un parallelo molto comune: l'evoluzione.
Ambedue hanno subìto una massiccia mutazione nel corso degli ultimissimi decenni, a causa della digitalizzazione e dell'avvento del web e software che permettono di ricreare nelle 4 mura di casa ciò che in passato poteva essere svolto solo da professionisti "specializzati" del mestiere.
Un disco ad esempio, negli anni '60 veniva registrato completamente in studio; oggi può essere partorito anche in un garage o in un appartamento, spesso con l'ausilio di strumenti "virtuali"; ed anche l'utente musicale ha ottenuto diversi "vantaggi"; il vecchio giradischi incastonato nel mobile bar da 58 chili è stato sostituito da lettori mp3 piccoli e leggeri da portare sempre con sè ed usufruibili sfruttando piccoli auricolari.

In fotografia il discorso è più o meno lo stesso almeno per quanto riguarda "i mezzi di scatto"; le fotocamere si sono prima "ristrette" di misura e poi digitalizzate, ampliando la gamma tra diversi modelli con peculiarità differenti. La digitalizzazione ha inoltre permesso di dar modo a chiunque di lavorare su una immagine in post produzione, potendo così correggere e modificare a proprio gusto ogni scatto.
Ma perchè questa premessa?
Perchè a mio avviso la fotografia non è "morta", non è "finita", non si è "fermata"... si è semplicemente evoluta! Ma non fatevi ingannare dal termine "evoluta"; l'evoluzione, di per sè positiva, può non esserlo poi nelle relative applicazioni!

Rientra nel campo socio-culturale il modo in cui la fotografia si sia evoluta, sia nei mezzi che nelle modalità. La possibilità di condividere i propri scatti col mondo, di dar vita a delle piccole mostre a disposizione di chiunque, la voglia di "apparire" e di coinvolgere ha spinto verso una velocizzazione dell'atto stesso del fotografare, andando a perdere a volte, purtroppo, la fotografia "pensata"!
Con uno smartphone, oggi, è possibile far vedere il proprio cane a zio Osvaldo che vive in Argentina in un minuto! Quanto tempo sarebbe servito a compiere la stessa azione 40 anni fa'?
La frenesia, la velocità, la fretta della vita di tutti i giorni, richiede spesso un tempo più ristretto da dedicare a questa meravigliosa arte... e l'evoluzione lo ha, nel bene o nel male, permesso.
(potremmo poi aprire un ulteriore discorso: è stata l'evoluzione a "stringere i tempi" o i "tempi stretti" a spingere verso l'evoluzione?)

Ciò può bastare ad affermare che  la fotografia sia morta?
A mio avviso no! Non ci possono essere dubbi che, l'evoluzione allo stato odierno, l'ha resa più alla portata di tutti; ciò implica un aumento degli utenti "fai da te" e forse una diminuzione della qualità totale. Una reflex digitale, oggi, permette di scattare foto correttamente esposte anche ad un bambino di 8 anni sfruttando semplicemente gli automatismi che mette a disposizione. Anche chi è a completo digiuno di nozioni e tecniche sarebbe in grado di mostrare qualche scatto comunque "buono". Ma se la fotografia è una espressione del proprio essere, di un pensiero o di quello che volete, ognuno dovrebbe essere libero di scattare come e con ciò che vuole... purchè dietro quello scatto ci sia qualcosa; anche perchè se uno scatto non ha nulla da dire, potrà essere effettuato con una kodak usa e getta, con una polaroid, con una DX IV o una Hasselblad... sempre uno scatto che non ha nulla da dire sarà, per quanto post prodotto fino alla morte!

Pensiamo, infine, a quanto sia cambiato il campo di utilizzo della fotografia; una volta veniva principalmente utilizzata come "fonte di memoria e ricordi", per fermare un attimo da "incorniciare" (non a caso esiste questo modo di dire...) o "da dimenticare, ricordando.."
Oggi la sfruttiamo spremendola come un limone in ogni situazione: dobbiamo ricordarci il nome di un mobile che vediamo esposto da Ikea? Fotografarlo col cellulare è il modo più veloce, pratico e sicuro (perchè visto che non esistono mobili che si chiamino "Mario" o "Franco", potremmo pure rischiare di copiarlo in modo sbagliato... e chi la sente poi nostra moglie????). Vogliamo mandare una cartolina a nostro cugino Mimmo dalle nostre vacanze in Papuasia? nel 99% dei casi utilizzeremo la fotocamera del nostro cellulare.
L'atto del fotografare, grazie alle nuove tecnologie, è diventata di tutti... ma ciò non vuol dire che sia anche per tutti (nel senso più "aulico" dell'utilizzo)!
Condividere le chiappe delle propria fidanzata su Instagram può essere considerata "fotografia"?
L'atto che ha dato vita a quell'immagine qual'è? Fare una fotografia o fotografare è la stessa cosa?
(è secondo me lo stesso discorso tra il guardare e l'osservare, sentire ed ascoltare!).

I cellulari che permettono di scattare fotografie esistono ormai da più di 10 anni ma il vero boom è arrivato con gli smartphone di ultima generazione che permettono non solo di fotografare, ma di post produrre (sicuramente con le dovute differenze rispetto al metodo "classico") con una miriade di app dedicate e di condividere nel giro di pochi istanti!
Oggi si parla di mercato delle DSLR in crisi, con cali di vendite attorno al 20% negli ultimi 12 mesi.. mentre l'azienda Photojojo ha prodotto un adattatore per Iphone che permette di montare lenti Canon e Nikon sullo smartphone (comodissimo....!!!!) che, ad oggi, è il terminare più utilizzato per caricare immagini su Flickr.
Ciò fa pensare ad una tendenza ben chiara se consideriamo tutto "il mondo fotografico"; ma dobbiamo anche distinguere, poi, chi realmente si trova dietro lo schermo dello smartphone, a mio avviso!
Possiamo paragonare, tornando al parallelo iniziale, i Beatles con Leone di Lernia? Beh... ci vuole un bel coraggio, direi; eppure, di fatto, tutti e due (che poi sono 5 in tutto) hanno "fatto dischi"!

In conclusione, la mia personalissima opinione è che la fotografia non sia morta ma abbia subìto una evoluzione che l'ha portata a "cambiare", trasformandola da "elite" in fenomeno di massa; ma ritengo che, come spesso ho scritto in passato, non sia il mezzo a creare il capolavoro, o la fetecchia, ma il connubio tra la tecnica, l'occhio ed il cuore e sia ancora questo ciò che distingue le diverse "categorie" fotografiche.
Ogni amante della fotografia ha, oggi più di ieri, una vasta scelta per poter decidere quale sia il mezzo a lui più consono e comodo per poter scattare, considerando anche l'utilizzo a cui sarà rivolta la sua attrezzatura; questa apertura verso la semplificazione fisica dello scatto stesso, ha portato più o meno tutti ad avvicinarsi alla fotografia (intesa nel termine più vago possibile), con i pro ed i contro che ne conseguono!
Personalmente non mi sento di criticare chi sceglie di utilizzare un iphone per scattare fotografie o chi vende il corredo reflex per passare ad una mirrorless... sono scelte personali dettate de esigenze personali! Non è il mezzo a distinguere la "categoria" ma il modo di scattare e lo scopo stesso dello scatto: il "messaggio" che porta con se... l'idea.. quel moto che ci spinge a prendere la fotocamera e scattare... la condivisione col mondo (oggi più diretta!) di ciò che appare davanti alla nostra lente!
Un iphone (o una compatta) potrà ottenere un risultato "visivamente" migliore se utilizzato con "consapevolezza fotografica" rispetto ad una Full Frame usata "tanto per....".
La fotografia, secondo la mia personalissima opinione, morirà solo quando chi la scatta non avrà più nulla da dire...  fortunatamente non siamo ancora a quel punto!

Lascio a voi la parola!
Per chi volesse intervenire può farlo come sempre nei commenti quì sotto o tramite i Social raggiungibili in alto a destra in questa pagina.

"Arte o Anarchia" è il titolo di un'interessantissimo post su questo tema di Paola Gobbo.

Buona Luce a Tutti!

5 commenti:

  1. Avere detto che “col digitale la fotografia è morta” è stato certamente un paradosso da parte mia. Forse avrei dovuto semplicemente dire che la fotografia digitale a me non interessa più.
    Sono sempre stato un grande appassionato di fotografia e un mediocrissimo fotografo. Ho cominciato ad amare la fotografia da ragazzo, appassionandomi ai grandi interpreti del bianco e nero, da Cartier-Bresson a René Burri, da Robert Frank a Werner Bischof e a tutti gli altri. Fotografi dalla presa diretta, immediata sulle cose; fotografi il cui intento non era quello di “costruire una bell’immagine”, ma di catturare un istante esistente di per sé, indipendentemente dal fatto che passi di lì un fotografo e lo registri. E questa è sempre stata ed è tuttora la mia impronta fotografica.
    Amando quei fotografi, e non riuscendo nemmeno lontanamente ad emularli, ho finito con l’amare il loro strumento (lo strumento di alcuni di loro), lo strumento per eccellenza: la Leica.
    La Leica divenne quasi un “feticcio” per me, da tanto me ne appassionai, le collezionai, le trattai con una cura quasi maniacale. Possederle significava per me possedere tutto ciò che mi era concesso possedere di quei grandi che tanto adoravo.
    Le usavo anche, le mie Leica. Man mano però cercando di allontanarmi da quel genere di fotografia inarrivabile, per concentrarmi sulla ricerca di una dimensione piccola piccola ma tutta mia. E mentre facevo questo, poco a poco mi accorgevo del fatto che per fare fotografie accettabili - sempre comunque secondo il principio del fotografare ciò che c’è, senza andare alla ricerca della “bella immagine” - non era per nulla necessario possedere una Leica, e nemmeno una Nikon o una Canon con mille obiettivi... Arrivò il digitale e compresi che con un buon telefonino potevo fare tutto ciò che desideravo fare.
    In estrema sintesi, questa è la storia della mia piccolissima evoluzione fotografica.
    Se interessa, qui a questo link, (a partire da quella del 24 maggio ad andare in giù, compresa la pagina 2)

    http://ilcassetto.forumcommunity.net/?t=47483820...

    c’è una serie di scatti fatti recentemente da me con l’iPhone 4s. E’ tutto ciò che so fare... guardare e cogliere qualcosa. Ed è tutto ciò che mi interessa fare, oltre ad adorare i miei grandi del passato.

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  2. Mi trista per lei.. amo quello che lei sta facendo.. la seguo ma non la condivido. LA fotografia sara morta quando morirà il cervello. Pensare.. vedere.. sentire ... agire. Sobo 4 Azioni differenti. CI SONO E CI SARANNO SEMPRE.

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    1. Grazie per aver lasciato il suo commento nel nostro piccolo spazio fotografico e benvenuto! Secondo il mio personale punto di vista le 4 azioni che lei riposta sono sicuramente pertinenti ma siamo davvero sicuri che, ad ogni scatto realizzato, corrispondano sempre il pensare, il vedere, il sentire e l'agire? Sopratutto oggi, con il prolificare dei social, la fotografia è diventata il modo più immediato per condividere qualsiasi cosa col mondo andando a perdere, spesso, il suo "lato artistico". Un selfie è di fatto fotografia nel mezzo e nella sostanza... ma lo è anche nell'essenza? E' frutto di un pensiero, di un'osservazione attenta, di una sensazione e di una azione? Secondo me no. E' un mezzo, rapido, di condivisione ma che non nasce sempre dalla volontà di raccontare qualcosa, ma dal desiderio di apparire tramite la condivisione in rete. Con questo non voglio affermare che la fotografia sia morta o stia morendo, ma come riportato nel post che si è evoluta, grazie anche al digitale; e come ogni evoluzione ha sicuramente lati positivi e negativi. Il "problema" di fondo, a mio avviso, è il distinguere la fotografia "essenza" dalla fotografia "sostanza". Tutte le immagini impresse su un sensore o una pellicola sono fotografia ma non tutte possono essere realmente considerate tali, almeno nel senso più aulico del termine... altrimenti saremmo tutti fotografi alla stregua dei grandi del passato.. compreso il sottoscritto che, invece, si considera un semplice appassionato di fotografia!

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  3. Allora mi permetto di dire che e solo quella acquisita dal sensore. . Posso accettare una manipolazione del file perche non veritiero.. il fotografo ricorda i colori e li puo variare per adeguarsi alla realtà ma lo stravolgimento dell immagine no .. lo sravolgimento del colore non è piu fotografia... tu fotografo hai gia interpretato la realtà la luce mentre scattavi. La seconda cosa che fai nella tua camera è una seconda interpretazione ... . Non fotografia ma un altra cosa. E mi creda c è differenza fra : sentire e ascoltare e vedere e guardare. Preferisco essere considerato un mediocre fotografo piuttosto che essere un propositore di una realtà che non esiste. Quando ci sarà il tre d ne riparleremo. Per ora non è cosi. Questo a mio parere va detto. Saluto . Un piacere aver potuto parlare con lei.

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  4. Concordo pienamente con lei: vedere ed osservare sfruttano lo stesso mezzo (binomio occhio/cervello) ma sono azioni ben diverse! Motivo per cui, chi vede crea immagini, chi osserva scatta fotografie. Poi chiaramente ci sono varie eccezioni! E concordo anche riguardo lo stravolgimento dell'immagine tramite post produzione; scrissi tempo fa' questo post a riguardo http://fotoafuoco.blogspot.it/2013/10/foto-naturali-o-ritoccate.html
    Poi è anche evidente, a mio avviso, che una "verità assoluta" non esista; ogni persona la pensa in maniera diversa, giustamente direi. La ringrazio per l'interessante intervento e per la piacevole "chiacchierata"; quando vorrà e se le farà piacere, sarà sempre i benvenuto!
    Andrea

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