Filtri

Quando la fotografia digitale era ancora fantascienza, se qualcuno avesse parlato di post-produzione a pc sarebbe stato messo a rogo in qualche piazza e bruciato vivo per blasfemia!
A "quei tempi", l'unico rimedio per post-produrre una immagine era, passatemi il termine, "pre-produrla" montando degli appositi filtri fotografici sulla fotocamera, prima di effettuare lo scatto.
In semplici parole, questi oggetti, erano, e sono tutt'ora, in grado di modificare la qualità e la quantità della luce che, attraversando l'obiettivo, raggiungeva la pellicola (oggi il sensore).

Esistono due tipi di filtri: "a vite" e "a sistema".

I filtri a vite sono costituiti da un vetro montato in una intelaiatura in metallo di forma circolare, che presenta da ambo i lati due filettature che potremmo considerare "maschio" e "femmina".
Il funzionamento è molto semplice: si prende il filtro corrispondere alla propria lente e lo si avvita su di essa; la doppia filettatura (maschio/femmina), inoltre, permette di poter applicare più filtri contemporaneamente sulla stessa lente.
Per scegliere il filtro adatto alla vostra ottica dovrete porre particolare attenzione al diametro della lente. Per conoscere tale misura, basta osservarlo e cercare questo simbolo "Ø" sul barilotto, che sarà seguito da un numero. Ad esempio, Ø77 richiederà un filtro di 77 mm.
Nel caso in cui la vostra lente non riportasse questo dato, potrete sempre trovarlo nelle specifiche dell'ottica sul sito del produttore.
Qualora voleste munire di filtri tutte le vostre lenti avete due possibilità: acquistarne uno per ogni diametro, il che potrebbe rivelarsi piuttosto dispendioso, oppure comprare solo quello di diametro maggiore ed abbinarci uno o più "anelli riduttori".

Gli anelli riduttori sono degli anelli, appunto, simili ai filtri stessi ma non hanno vetro e presentano due filettature differenti.

Facciamo un esempio pratico:
abbiamo due lenti; una con diametro di 52 mm (Ø52) ed una di 77 mm (Ø77). Invece di spendere soldi per due filtri, decidendo magari di "risparmiare" optando per modelli poco performanti, potremo scegliere di acquistare solo quello di diametro maggiore, indirizzando il nostro interesse sulla fascia di prezzo più alta, ed affiancare ad esso un anello riduttore.
In tal modo potremo applicare lo stesso filtro su tutte e due le lenti in nostro possesso e, con i rispettivi anelli riduttori, su tutte quelle di diametro minore rispetto ai 77 mm che acquisteremo in futuro.

I filtri a sistema, detto anche Sistema Cokin, dal nome dell'azienda francese che commercializzò nel 78 questa soluzione, prevede l'utilizzo di un anello adattatore sul quale viene incastrato un supporto in cui vengono allocati i filtri che, stavolta, saranno dei semplici vetri di forma rettangolare.

I supporti si dividono in tre modelli: Serie "A" per lenti fino a Ø 62 mm; Serie "P" per lenti da Ø 48 a Ø 82 mm. e Serie "X PRO" per lenti da Ø 62 a Ø 118 mm.
Anche in questo caso il funzionamento è piuttosto semplice; si avvita l'anello alla lente, si blocca il supporto tramite un incastro e si infilano nelle fessure i filtri. 
Nonostante la comodità di tale soluzione, che permette di gestire anche più filtri contemporaneamente, è d'obbligo informarsi con attenzione riguardo la migliore scelta a voi utile.

Vediamo ora quali sono i filtri maggiormente utilizzati.

UV e Skylight: potremmo considerarli filtri di "vecchia generazione" poichè utilizzati sopratutto con fotocamere analogiche per ridurre la quantità di raggi uv che potrebbero conferire una leggera dominante azzurra in scatti ad alta quota e, meno, in spiaggia. Il loro lavoro, nelle fotocamere digitali, è svolto già dalle lenti e dai sensori che vengono "schermati" di fabbrica, motivo per il quale, oggi, vengono abbinati a fotocamere analogiche.
Il filtro uv è neutro, mentre lo Skylight appare leggermente rosato.
Molti utenti li utilizzano come protezione per il vetro esterno dell'ottica; personalmente ritengo "sbagliato" mantenere un filtro costantemente montato perchè incide negativamente sulla nitidezza della nostra lente, generando a volte anche riflessi che senza non otterremmo. In situazioni maggiormente a rischio (foto in spiaggia per esempio, dove siamo a rischio salsedine e sabbia) possono comunque essere sfruttati i filtri Clear, nati e sviluppati appositamente per la protezione delle ottiche. E' buona abitudine, piuttosto, tenere sempre montato il paraluce; in questo modo avremo uno scudo invisibile e sicuro a difesa degli obiettivi. 

Polarizzatore: è tra i filtri più utilizzati ed apprezzati dai fotografi. A differenza degli altri modelli, ha uno spessore maggiore ed è costituito da due vetri che ne permettono la rotazione; all'interno sono presenti dei cristalli orientati in modo da permettere il passaggio solo alla luce che ha una determinata direzione, quella con un’inclinazione parallela all’asse di polarizzazione del filtro (motivo per cui ruota). Senza addentrarci ulteriormente in tecnicismi "poco interessanti", il polarizzatore ci permette di ridurre o eliminare i riflessi e di diminuire drasticamente il disturbo della foschi e della luce, intensificando contrasto e colori.

In questi due esempi possiamo constatare le differenze tra uno scatto con polarizzatore e senza. 
Nell' immagine di sinistra, l'omino è posto sopra una base di plastica trasparente; mentre in una foto è piuttosto evidente il riflesso delle gambe, nell'altra viene drasticamente ridotto dal filtro, tanto da sembrare quasi "sospeso in volo". 
Nella seconda immagine, vediamo invece quanto il colore del cielo ed il contrasto con le nuvole aumenti con l'utilizzo del filtro. 
Esistono due tipi di Polarizzatore: circolare (CPL) e lineare (PL). Il funzionamento è il medesimo ma per le reflex digitali odierne è preferibile il cpl.

L'utilizzo è semplicissimo: si monta il filtro e, dopo aver ultimato la composizione, lo si ruota; saranno infatti visibili già dal mirino gli effetti del suo lavoro. 

ND (Neutral Density) sono filtri grigio opaco ed hanno la funzione
di "togliere luce alla scena". Vi sembrerà un controsenso, visto che tante volte abbiamo ripetuto che la fotografia è dipendente dalla luce, ma ci sono precise tecniche (una la vedremo prestissimo!) in cui si ha bisogno di poter scattare con tempi più lunghi del normale e, per riuscire a fare questo, dovremo utilizzare in filtro nd.

In commercio potete trovare diversi modelli a densità variabile, da 2 - 4 - 8 - 16 - 32. Un nd 2 dimezzerà la luce che lo attraverserà; ciò significa che, non apportando alcuna variazione "cromatica", ci obbligherà ad aumentare il tempo di scatto di 1 stop.

In questo scherma riportiamo i diversi filtri, la quantità di luce che viene lasciata passare e la rispettiva perdita di esposizione.


Esistono anche altri tipi di filtri, che richiederebbero discorsi più tecnici ed approfonditi; per ora ci limitiamo a questi che sono i più diffusi e quelli che, a mio avviso, potranno tornarvi più utili.

Piccole raccomandazioni prima dei saluti:
- se siete convinti di acquistare un filtro, non accontentatevi di quello che costa meno! La qualità del filtro stesso influenzerà la nitidezza dei vostri scatti! Meglio spendere qualcosa in più ed essere soddisfatti che risparmiare e rimanere delusi.
- evitate di stringere alla morte i filtri quanto li montate; potreste avere grossi problemi poi per toglierli (esperienza personale!). Stringeteli in maniera delicata senza strafare.
- se avete più lenti, ricordatevi che potete sfruttare gli anelli riduttori prendendo il filtro interessato per la focale col diametro maggiore, da riadattare poi a tutte le altre.

Buona luce a tutti!

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