Qualora non ne abbiate mai sentito parlare, non potrete non restare meravigliati dalla spettacolarità di questa tecnica e dal risultato che è in grado di regalare.
I "sentieri delle stelle" non sono altro che, la risultante del movimento (apparente) del cielo notturno sopra le nostre ignare teste.
Ma cerchiamo di approfondire maggiormente sia questo discorso, che, in particolar modo, la tecnica fotografica.
Partiamo con qualche piccola nozione di astronomia (ma veramente piccola!!).
Le stelle, nell'arco di una notta "si muovono" a causa della rotazione terrestre attorno al suo asse.(ci sarebbe da scrivere un trattato sull'argomento ma il discorso diventerebbe tremendamente pesante e troppo fuori tema, motivo per cui ve lo evito volentieri!). Per semplificare: quando eravamo bambini, osservando gli alberi da un'automobile in movimento, avevamo l'impressione che fossero loro, e non noi, a spostarci (beata giovinezza!). Per il cielo il discorso è identico; non avendo noi la percezione della rotazione terrestre, abbiamo l'impressione che sia ciò che ci circonda a muoversi!
L'unica stella che potremmo considerare "fissa" è la Stella Polare che, non a caso, veniva in passato utilizzata come punto di riferimento per i navigatori, stazionando a nord.
Detto questo, vediamo di cosa abbiamo bisogno per provare a scattare uno star trails;
- una notte possibilmente non umida e senza luna
- una reflex con obiettivo grandangolare o, al massimo, fisso, possibilmente luminoso
- un treppiedi
- uno scatto remoto a filo
- un luogo lontano da centri urbani
- una torcia o una lanterna per illuminare il posto in cui decideremo di stazionare
- una bussola, uno smartphone o una minima infarinatura di astronomia
- un software particolare per la post produzione
E' necessaria una lente con focale ampia semplicemente per poter aumentare la porzione di cielo e di panorama "terrestre" che andremo a fotografare; nessuno, in realtà vieta di utilizzare un 135mm ma chiuderemo troppo la nostra scena rendendola meno piacevole.
Come per le fotografie alla luna, l'ideale sarebbe recarsi in un posto in cui l'inquinamento luminoso e quello atmosferico fossero ridotti all'osso; ciò non toglie che, se volete provare, potrete anche "apparecchiarvi" sul balcone di casa! Il sottoscritto ha avuto il coraggio di farlo da Roma... sono senza vergogna! Otterrete, dai centri urbani, una quantità di stelle minori ed una predominante rossastra che potrete comunque ridurre in post-produzione.
Vediamo come procedere nella realizzazione di uno star trails.
Abbiamo, principalmente, due possibilità:
- la prima soluzione è "classica" per le reflex analogiche: un solo scatto della durata di "quanto volete voi": dai 20 minuti in su direi; più sarà lungo lo scatto, maggiori saranno le scie delle stelle.
Riguardo la possibilità di una sola esposizione con una digitale, IO, personalmente, lo sconsiglio per non incorrere in problemi al sensore che potrebbe surriscaldarsi con la consequenziale comparsa di hot pixel (puntini rossi di pixel che "perdono colpi")
- la seconda opzione, che è quella che andremo ad esaminare più approfonditamente, prevede lo scatto in sequenza continua di un determinato numero di foto e di un "dark frame"; tutti gli scatti ottenuti verranno poi gestiti da un apposito programma in post produzione.
Per prima cosa, cerchiamo di individuare la Stella Polare. Se avete con voi una bussola, vi basterà girarvi verso nord.
Se sapete individuare l'Orsa Maggiore, basterà prolungare per circa 5 volte la distanza tra le due stelle anteriori del "carro" come nella foto quì a fianco.
Se, infine, siete delle schiappe astronomiche, potrete scaricare una app sul vostro smartphone che vi indicherà il nome dei vari corpi celesti in diretta, puntandolo semplicemente verso il cielo (Star Walk per Apple e Mappa Stellare per Android sono le applicazioni, a pagamento, che io ho provato e su cui posso "garantire"; ce ne saranno sicuramente di simili anche gratis).
Ora che sappiamo verso dove puntare la nostra attrezzatura, facendoci luce con la torcia, montiamo la nostra reflex sul treppiedi e componiamo la nostra scena.
Il mio consiglio è quello di non chiudere l'inquadratura solo sul cielo ma di comprendere un soggetto che potrebbe essere un albero, un casolare, un pupazzo di neve o un nano da giardino... insomma ciò che più vi "ispira". Evitate però fonti di luce dirette perchè andrebbero a "coprire" le stelle.
Una volta soddisfatti della composizione, passiamo alla messa a fuoco.
Molto probabilmente, se cercheremo di sfruttare l' af, la reflex ci risponderà con una sonora pernacchia! La pochissima luce presente, infatti, non faciliterà per niente questa operazione.
Possiamo allora tentare con il manuale, aiutandoci, come per la luna, con il live-view e lo zoom. Qualora lo schermo risultasse completamente nero, aumentate iso e tempi!
Se, invece, siamo in possesso di una lente con la scala di messa a fuoco sul barilotto, ci basterà spostarla su infinito "∞". Una volta trovata la giusta messa a fuoco, ricordate comunque di lasciarla in manuale, altrimenti, per ogni scatto, ricomincerà la giostra!
Passiamo ora alle "note dolenti".
Il valore di iso: scegliere il corretto valore può essere un problema. Aumentarlo a 1600 ci permetterebbe di catturare un quantitativo di stelle maggiori, ma mantenerlo a 400 o addirittura a 200, vorrà dire trovarsi foto meno "rumorose". Dobbiamo inoltre considerare con che tipo di fotocamera stiamo scattando: una professionale potrà spingersi più in alto, mantenendo il rumore sotto la soglia di sicurezza; una entry-level faticherà sicuramente molto di più a gestire il rumore già a livelli inferiori.
Per farci un'idea di quale sarà il valore limite da utilizzare, ci basterà comunque fare qualche tentativo. Cercate di ingrandire lo scatto ottenuto dal live-view e fate un giro sull'immagine appena creata per capire come comportarvi.
Il diaframma: seppure parliamo di foto paesaggistiche, un valore di f troppo elevato sarebbe deleterio! Dovendo infatti catturare luci non particolarmente forti, avremo bisogno di un'apertura più ampia possibile. L'utilizzo di una lente grandangolare, inoltre, ci permetterà di non preoccuparci troppo del minore piano focale.
I tempi di scatto: non ci crederete, ma stavolta possiamo sfruttare una formula che ci permetterà di conoscere il tempo minimo necessario per catturare il movimento delle stelle.
Basterà dividere 600 per la lunghezza focale della lente utilizzata, tenendo in considerazione il fattore crop 600 / (lunghezza focale x fattore crop).
Facciamo un esempio:
utilizziamo un 24-70 mm f/2,8 su una Canon con sensore APS-C.
Rispolveriamo i libri di matematica delle scuole elementari e con carta e penna andiamo ad applicare la formula: 600/24 (sfruttiamo la focale minore per avere una foto più aperta) * 1,6 (fattore crop)
il risultato che otterremo sarà di 15 secondi e mezzo circa.
Questa semplice formula, a dire il vero, non è poi così essenziale (e ti pareva?!? per una volta che possiamo sfruttare un aiuto!!) ma ci fa comprendere che, aumentando la focale, il tempo necessario per ottenere il movimento delle stelle sarà minore e potrà esserci d'aiuto nelle fasi di "prova", per le iso, ad esempio, o per il bilanciamento del bianco!
Altro problema: scattiamo in Raw o Jpeg? o in tutti e due i formati?
Scattare in raw ci permetterà di lavorare e post produrre le nostre foto in maniera anche consistente ma avremo file molto più pesanti rispetto ai jpeg (attenzione allo spazio in memoria!). Io ho provato in tutti e due i modi; con il raw l'elaborazione della foto è più lenta; con il jpeg potremo invece avere una "raffica continua" ma immagini non modificabili in post produzione. A voi la scelta!
Riduzione del rumore: la accendiamo?? Dipende da quanto realmente sia in grado di incidere sul vostro modello di fotocamera. In rete c'è chi la ritiene essenziale e chi preferisce disattivarla. L'unica attenzione che dovrete avere, secondo me, sarà quella che l'elaborazione dell'immagine della reflex, successiva allo scatto, non sia talmente lunga da "dividere" la scia delle stelle, visto che, durante tale operazione, vi comparirà una scritta "Busy" (non Aldo!) e non potrete metter mano in alcun modo sulla fotocamera.
Anche in questo caso, credo che il consiglio più corretto sia che dobbiate fare qualche test e valutare.
Una volta terminate le varie prove, che vi faranno perdere sì un po' di tempo, ma eviteranno che la vostra "serata" sia completamente da buttare, potrete iniziare a "lavorare seriamente".
Utilizzando lo scatto remoto a filo e bloccandone il pulsante, la nostra reflex inizierà la sequenza di scatti che terminerà solo quando deciderete di togliere il blocco. Se siete in possesso di un intervallometro, potrete anche selezionare la pausa tra uno scatto e l'altro.
Quanti scatti effettuare?
Non c'è un limite al numero di scatti, se non quello a cui vi costringono batteria e scheda di memoria. Io di solito non scatto per meno di un paio di ore, ma nessuno vi vieta di farlo per un arco di tempo minore. Tenete a mente che, più scatti effettuerete, maggiore sarà l'effetto visivo.
Prima di smontare tutta l'attrezzatura, ricordatevi di effettuare uno scatto con il tappo dell'obiettivo montato davanti la lente, lasciando invariati tutti i valori di scatto; si avete capito bene... per una volta dovrete volontariamente scattare col tappo! Il dark frame, contenente di fatto solo rumore fotografico, servirà al nostro software per correggere questo stesso problema.
Finito di scattare, possiamo sbaraccare, tornare a casa e farci una bella cioccolata calda per riprenderci dalla lunga serata! Ma il lavoro non è ancora terminato, quindi anche un bel caffè potrebbe tornarci utile.
In questa pagina troverete un software semplice ed immediato per la "post produzione".
Il programma, in poche parole, andrà a "sovrapporre" tutte le immagini ottenute durante la serata.
Una volta scaricato il file .zip, non dovremo far altro che estrarre la cartella che troveremo e posizionarla sul desktop.
Apriamola e clicchiamo sull'icona "Startrails".
Il programma, che non avrà bisogno di installazione ci chiederà quale lingua preferiamo; cliccato su "italiano" ci troveremo davanti l'interfaccia principale.
A questo punto dovremo soltanto importare le immagini.
Facendo attenzione a non inserire anche gli scatti di prova, basterà cliccare sulla prima icona cartella per inserire le foto delle stelle e, subito successivamente, sulla seconda (quella con il piccolo quadrato nero) per caricare il dark frame.
Terminate queste semplici operazioni premete la penultima icona (la stessa utilizzata per l'apertura del programma) e si avvierà "la magia".
Attendete il termine dell'elaborazione e godetevi il vostro scatto!
Qualora non foste particolarmente convinti del risultato potrete o ripetere l'operazione eliminando le foto che vi "infastidiscono" o elaborare ulteriormente l'immagine con Photoshop o programmi simili.
Un meraviglioso Star Trails dalla Stazione Orbitante Mir |
- come sempre, quando scattare la sera, ricordate di proteggere adeguatamente la vostra attrezzatura dall'umidità!
- è essenziale che la fotocamera non subisca alcun movimento durante gli scatti; anche il più piccolo spostamento, infatti, comporterà un "gradino" sulle scie di luce.Fate quindi particolare attenzione alla stabilità del treppiedi.
- prima di muovervi, che scattiate dal balcone o vi dobbiate spostare in un altro continente, controllate che la batteria (meglio se LE batterie...) sia carica e che la scheda di memoria (meglio se LE schede di memoria) sia vuota e perfettamente funzionante
- la Stella Polare, nella nostra composizione, non è obbligatoria. Potrete sbizzarrirvi scattando in qualsiasi direzione; diventa essenziale solo se cercate l'effetto ad "anello circolare".
- girovagando nel web, troverete diverse guide per questa tecnica. Io non ritengo "giusta" questa e "sbagliate" le altre; credo piuttosto che, a seconda del vostro modello di reflex e delle condizioni di inquinamento luminoso ed ambientale, sarà necessario modificare alcuni parametri. Far passare iso tempi e diaframmi come "certi", in qualsiasi tipo di fotografia, diventa un po' come dare i numeri a lotto "vincenti sicuro". Prendete quindi ciò che è scritto in questa pagina non come legge, ma come spunto per riuscire a trovare il miglior setting per la vostra reflex e nelle condizioni in cui vi troverete.
- se avete inserito un albero o un piccolo edificio nel vostro fotogramma e vi rendete conto che rimane troppo sottoesposto o magari volete dargli più risalto, potrete illuminarlo voi stessi come visto nella tecnica del Light Painting; unica accortezza dovrà essere quella di non puntare la vostra fonte luminosa contro la reflex
- qualora siate curiosi di conoscere i posti in cui l'inquinamento luminoso vi darà meno grattacapi, potete consultare questa piccola mappa. Le zone tendenti al rosso sono quelle in cui è presente un elevato inquinamento; quelle più scure, di colore blu, sono le meno luminose. Purtroppo, a parte piccole zone in Calabria e Toscana, solo la Sardegna sembra concedere un po' di tregua.
Se volete approfondire questo argomento potete consultare questo sito (da cui è presa l'immagine quì in alto).
Chiudiamo questa lunga scheda con un incoraggiamento verso tutti voi che vorrete provare a metterla in pratica!
La tecnica, stavolta, è più complessa di altre, quindi potreste tornare a casa "a mani vuote"; non vi scoraggiate!! Come al solito, cercate di fare tesoro di tutte le vostre esperienze fotografiche, senza cadere in depressione! Avrete tempo e modo per migliorare ed affinare la vostra tecnica piano piano.
Per dubbi, domande o segnalazioni, potete lasciarci un commento quì sotto o venirci a trovare sui nostri Social dai link in alto a destra nella pagina.
Buona Luce... anzi.. Buone Stelle a Tutti!
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